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TRE GENERAZIONI NEL CORNO D’AFRICA

Saga di una famiglia pugliese del Novecento

 

Autore: Guido Giacovazzi
Casa Editrice: Scorpione Editrice
Collana: Saggi
Pagine: 290
Edizione: Anno 2000
In copertina: La corte di Adamu Tesfaw
Foto di Monica Tinghino
Prezzo: Euro 14.46

 

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1- IL COLPO DI STATO

Addis Abeba, 14 Dicembre 1960

 

L’aria frizzante del mattino, normale per quella stagione che di notte porta il termometro a quasi zero gradi, mi dava un senso di freschezza mentre m’incamminavo verso l’ufficio. Nel giro di un paio d’ore il sole l’avrebbe fatta da padrone portando la temperatura sui 25 gradi per tutta la giornata. Situata sull’altopiano etiopico, a 2400 metri sul livello del mare, la città dava l’impressione di schiudersi come un fiore ai primi caldi raggi di sole. <(Non per niente l’hanno chiamata Addis Abeba (Nuovo Fiore)> pensavo dirigendomi verso l’ufficio posto a poche centinaia di metri dall’appartamento che avevo da poco preso in affitto.

Mi trovavo nella capitale da più di tre anni, da quando cioè, nell’Agosto 1957 avevo accettato l’allettante offerta della Compagnia di Assicurazioni che intendeva iniziare o, per meglio dire, riprendere le operazioni iniziate In Etiopia nel 1936, ai tempi dell’Impero, e mi ero trasferito da Asmara, mia città natale. Non avevo avuto alcuna difficoltà ad ambientarmi data l’ancor numerosa presenza italiana rimasta ad Addis Abeba dopo il 1941, come pure quella di molti altri concittadini arrivati dopo gli anni cinquanta, al seguito di Società ed Imprese che riprendevano, come la Compagnia di Assicurazioni per la quale prestavo servizio, le loro attività in Etiopia.

Dopo alcuni mesi trascorsi in albergo e in vista del mio matrimonio che ebbe luogo nel Dicembre 1957, avevo preso in affitto un piccolo appartamento al centro della città, in Cunningham Road, una delle arterie principali della capitale, a pochi passi dai miei uffici.

Quella mattina, pensavo, avrei dovuto senz’altro risolvere la pratica del sinistro incendi che avevo in sospeso per poi provvedere alla sua liquidazione entro una settimana al massimo e non lasciare pendenze prima della mia partenza per Asmara ove avrei trascorso le feste di Natale con la mia famiglia e quella di mia moglie che era già partita alcuni giorni prima.

Giunto in ufficio notai che gli impiegati mi guardavano con aria preoccupata salutandomi appena, cosa poco normale dato il carattere rispettoso e cortese, tipico degli etiopici. Chiesi alla mia segretaria la quale, come quasi tutti gli altri impiegati, parlava un inglese perfetto:

-Che cosa c’è che non va oggi Woizerò (Signora) Workinesh?

-Grossi problemi in vista, Sig. direttore; ma è meglio che ne parli con Ato (Signor) Negussiè che certamente Le spiegherà meglio la situazione. Rispose la segretaria.

Ato Negussiè, un giovane sui venticinque anni, quasi mio coetaneo, dai tipici tratti somatici degli etiopi dell’altopiano, di statura media e magrolina, con due baffetti sottili e ben curati, dall’abbigliamento sempre ineccepibile ed all’ultima moda, che al momento stava conversando con un cliente, mi fece cenno che mi avrebbe raggiunto al più presto nel mio ufficio.

Da lì a poco venni raggiunto da Negussiè:

- Signor direttore, devo purtroppo dirle che ci troviamo di fronte ad una situazione d’emergenza.

-Cioè? Non ci saranno mica problemi per quel sinistro incendi che dobbiamo discutere tra poco col cliente?

- No, no, si tratta di ben altro.

Con un’aria molto seria che non gli avevo mai vista prima continuò:

- E’ in corso un colpo di Stato iniziato questa notte da parte della Guardia Imperiale per destituire l’Imperatore.

Molto preoccupato Negussiè mi mise al corrente su quanto era in grado di sapere. Il comandante della Guardia Imperiale, Generale Menghistu Neway e il colonnello Workene Gebeyehu, capo dei servizi di sicurezza, approfittando dell’assenza dell’ Imperatore Hailè Sellassiè in visita di stato in Brasile, ultima tappa di un viaggio iniziato una ventina di giorni prima nel Ghana e poi in diversi altri Stati africani, avevano organizzato un complotto per detronizzarlo ed assumere il potere.

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